Allarme dazi USA per la pasta italiana

Gli Stati Uniti hanno annunciato un possibile aumento dei dazi sull’importazione di pasta italiana. Se la decisione sarà confermata, dal gennaio 2026 i produttori italiani potrebbero dover pagare oltre il 100% di tasse doganali per esportare la pasta negli USA.
Tutto nasce da un’indagine americana su alcuni marchi italiani, tra cui La Molisana e Garofalo, accusati di vendere pasta a prezzi troppo bassi rispetto a quelli del mercato locale. Se le accuse saranno confermate, le nuove tasse colpiranno non solo questi marchi, ma anche molte altre aziende italiane del settore.
Gli Stati Uniti sono uno dei mercati più importanti per la pasta italiana: nel 2024, le esportazioni hanno superato i 670 milioni di euro. Un dazio del 107% significherebbe raddoppiare i costi e, per molte aziende, non sarebbe più possibile vendere negli USA a prezzi competitivi.
Le prime reazioni non si sono fatte attendere. Aziende e associazioni italiane hanno protestato, giudicando il dazio eccessivo e ingiusto. Alcuni produttori stanno perfino valutando di aprire stabilimenti negli Stati Uniti, pur di non perdere quel mercato. Anche il Governo italiano e l’Unione Europea si stanno muovendo per cercare una soluzione diplomatica.
Se la misura entrerà in vigore, potrebbe mettere in difficoltà soprattutto le piccole e medie imprese, che non hanno le risorse per affrontare simili ostacoli. Allo stesso tempo, potrebbe spingere molte aziende a cercare nuovi mercati, diversificare la produzione, o innovare i prodotti per restare competitivi.
In un momento così delicato, è fondamentale restare informati sugli sviluppi, mantenere un dialogo aperto e costruttivo lungo tutta la filiera produttiva, e sostenere le iniziative ufficiali – sia politiche che di categoria – che mirano a rivedere o bloccare questi dazi prima che diventino effettivi.
Photo credit: sevenyfour74 via 123 RF
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