Sostenibilità: una nuova direzione per le strategie "Farm to Fork" UE 2030

Sostenibilità come parola d’ordine nel nuovo piano 2030 sviluppato dall’Unione Europea per la filiera alimentare. Le cosiddette strategie “farm to fork” , ovvero dal produttore al consumatore, prevedono misure sempre più volte alla tutela dell’ambiente e della nostra salute.
In primo luogo, entro il 2030 si prevede una riduzione del 50% dell’uso di pesticidi e quindi dei conseguenti rischi, di almeno il 20% dell’uso dei fertilizzanti e del 50% le vendite di antimicrobici destinati agli animali d’allevamento e all’acquacoltura.
I riflettori sono anche puntati verso la promozione dell’agricoltura biologica , per la quale si prevede un aumento dei terreni ad essa destinati del 25%, e più in generale verso la tutela della natura stessa, per la quale sono previsti stanziamenti da 20 miliardi l’anno.
Inoltre, sono sempre più in trend il controllo e la sicurezza alimentari, infatti sarà proposta dalla Commissione un'etichettatura nutrizionale obbligatoria sulla parte anteriore dell'imballaggio, che avvierà iniziative per stimolare la riformulazione dei prodotti, anche definendo dei profili nutrizionali per limitare la promozione di alimenti ricchi di grassi, zuccheri e sale. Inoltre, vi sarà la possibilità di proporre l'estensione a determinati prodotti dell'obbligo delle indicazioni di origine o di provenienza.





Il Vicepresidente della commissione UE Frans Timmermans si è mostrato molto fiducioso verso la produzione sostenibile, che secondo lui darà lo stimolo per creare una nuova economia del valore di 1.800 miliardi. Tuttavia, non tutti si sono dichiarati a favore delle nuove proposte sostenibili, tra i tanti Paolo De Castro , Primo Vice-Presidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale, ha definito il progetto come ambizioso ma con molte difficoltà di attuazione: con queste premesse sarà necessario consolidare un patto di fiducia tra i diretti interessati, ovvero i produttori e i consumatori, basato su processi produttivi e cibi sicuri, controllati e di qualità.
L’Italia in particolare si pronuncia soddisfatta per quanto riguarda l’estensione dell’obbligatorietà sull’origine del latte e della carne quando sono usati come ingredienti, dato che si tratta di un passo in avanti che nel nostro paese è già stato affrontato. Rimangono comunque parecchie incertezze in merito all’armonizzazione dell’etichetta sul fronte europeo dato che si tratta di una misura che legittimerebbe sempre di più l’utilizzo del “nutri-score”, ed anche in questo caso quindi si riscontrano opinioni contrastanti.


Il nutri-score , o etichetta semaforo , è un sistema creato da alcuni ricercatori francesi che tramite una palette di colori (dal verde al rosso) e lettere dovrebbe essere in grado di fornire al consumatore una visuale chiara sulla salubrità del prodotto. L’attribuzione di un colore piuttosto che un altro varia in base al contenuto di sale e grassi del prodotto. L’obiettivo di questo sistema di etichettatura è in teoria promuovere una più sana e corretta alimentazione. Rimangono dubbi a questo riguardo perché molte eccellenze italiane come ad esempio l’olio d’oliva o il prosciutto crudo, dati i loro contenuti di sale e grassi, non vengono classificati come alimenti adatti ad una dieta equilibrata e molti temono quindi che il “Made in Italy” con questa linea d’azione potrebbe essere fortemente svalutato .

 

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